Masha e orso

Cosa guarda tuo figlio in tv? Una breve e inesatta guida ai programmi | Parte 1

Introduzione

Con l’avvento del digitale terrestre sono cambiati i palinsesti e le direzioni dei canali.
Sono rimasti pochi canali generalisti e sono nati una caterva di canali tematici o semi-tematici con un target ben preciso.

Sui canali generalisti sono scomparsi molti programmi che avevano un target ben preciso.

Uno dei target falciati dal generalista è quello bambini, circa 0-12 anni (come la Benetton).
Sono stati cacciati quasi del tutto da RaiDue, Italia1 e compagnia perché sporcavano, piantavano troppo casino e spesso piangendo disturbando Mastrota mentre vendeva le pentole, Mengacci non riusciva a cucinare in pace, a Raspelli chiedevano sempre un assaggino di dolci Luciano Onder non poteva aiutarli con le loro “bue” e Magalli finiva per confondersi tra loro.
“Bimbi, forza! Via dai canali che vanno da uno a 9 (un peccato perché questi poveri piccoli sanno contare solo fino a 9) che vi abbiamo preparato merenda, pranzo, colazione, cena, nanna, tutto dal 40 al 47, non il 48 che ci sono le notizie noiose”

Operazione lineare e semplice, ogni operatore (Rai, Mediaset, Sky, Discovery e chissà chi altro) parcheggia roba per i bimbi e vende montagne di spazi pubblicitari a giocattolai, edicolanti, roba che urla e canzoncine fastidiose “PET PAREEEEID!!!!” ma anche qualcosa per i genitori costretti a sorbirsi questi canali ‘anta che tanto sono loro che pagano.

Cosa mettere in questi canali? Chili di cartoni animati (disegni e computer grafica) e qualche etto di serie tv live action, meglio se il live action lo prendiamo in Sud America o in Spagna (acción en vivo).
Non tutto è da salvare ed ecco che arrivo io che con questa guida ai programmi dal 40 al 47

Consiglio: saltate sempre il canale 45 dove c’è NekoTV che trasmette in loop la stessa roba da mesi, lo stesso concerto ripreso con un cellulare del 1927 a una band che canta e suona (male) canzoni dei cartoni. Lo cancellerei in modo da non doverlo saltare se non fossi così enormemente pigro già solo nel capire come fare a cancellarlo.

EDIT: Neko tv non esiste più, ho cominciato a scrivere l’articolo mesi fa e nel frattempo quella bolla di inutilità sul canale 45 si è dissolta e c’è una cosa chiamata POP. Staremo a vedere.

Ecco qui la prima parte dell’elenco diviso per canali di appartenenza.

Per problemi di diritti d’autore non mi sono potuto permettere di usare le immagini ufficiali dei vari cartoni. Ho deciso quindi di disegnare io una piccola diapositiva da accompagnare ad ogni titolo.
Nel riquadrino un piccolo resoconto delle reazioni mia e di mia figlia al cartone in questione.

canale 40 boing

Dr. Slump e Arale

A me ora annoia, Aida non ci capisce molto quindi anche a lei annoia

Dr-slump-arale2

Trama

Uno scienziato basso crea una bimba robot che alleva come una figlia. Questa bimba che crea scompiglio nel luogo in cui abita.

Considerazioni Personali

Qui si parla di un anime storico, potrei anche non aggiungere nulla. Il fatto che capitino puntate vecchissime e altre nuove a caso, senza motivo, tutto molto random, è in perfetto stile Mediaset.
Il cartone, non devo dirvelo io, è assurdo. Se nemmeno voi ci capite nulla ai bimbi piccoli risulta un po’ fastidioso. Mi spingo a dire (copritemi pure di insulti) che è invecchiato un po’ male. Un plus per i grandi sono le ambiguità continue e i riferimenti sessuali più o meno espliciti disseminati in giro (d’altronde Dr. Slump è uno sessualmente frustrato) vedi la puntata in cui inventa gli occhiali a raggi X.

Posso farlo guardare?

Potete anche evitarlo, tanto non aggiunge niente a nessuno.

Lo straordinario mondo di Gumball

Io lo amo, ad Aida piace

Gumball

Trama

La vita e le avventure di un Gatto di nome Gumball. Gumball è figlio di un coniglio disoccupato e di una gatta che lavora in una fabbrica di arcobaleni, sua sorella coniglia Anais è molto intelligente. Gumball passa le giornate con il suo fratello adottivo Darwin, un pesce che viveva in una boccia a cui sono cresciute le gambe ed è stato adottato dalla famiglia di gatti-conigli. Vivono ad Elmore e vanno a scuola li.

Considerazioni Personali

Questo cartone vi piacerà tantissimo.
Gumball (Lo straordinario mondo di) è uno di quei fantasticissimi cartoni contemporanei usciti da quella corrente di Nonsense e tecniche miste (tecniche disegnatorie [che parola è?] e narrative) che piacciono tanto tanto anche ai “grandi”. Gumball è il presente ed il futuro. È uscito dalla cricca di Cartoon Network insieme ad altri cartoni (Adventure Time, Steven Universe, Uncle Grandpa ecc…) quando a Cartoon Network hanno smesso con l’eroina (Mucca e Pollo e il diavolo con il culo rosso) ed hanno cominciato con gli Acidi e il THC. Visivamente è un’esplosione di bellezza: Live Action, disegno, 3d, cose, colori ovunque; le puntate da 10 minuti sono veloci e ti incollano alla tv. Le trovate sono genialissime (vedi la puntata dove la città di Elmor presenta il conto alla famiglia di Gumball per il casino procurato in tutte le puntate delle stagioni precedenti del cartone). Gumball è una produzione europea, la mente, Ben Bocquelet, è francese.
La versione italiana soffre un po’ il cambio di doppiaggio e di doppiatori, non so dirvi quali sono i peggiori perché non ho ancora capito di quale stagione sono le voci che mi fanno pena. So solo che un doppiatore fa sembrare che Gumball abbia sempre il fiatone, e tutto ciò è fastidioso. Nel giro di 3 stagioni si sono cambiati almeno 3 cast di doppiaggio principale.

Posso farlo guardare?

Si, anche se capirà un decimo delle cose anche avesse ben 12 anni.
Non penso possa far danni anzi, amplia la percezione; i colori e il misturo di cose piacerà ai vostri pupi. Ci sono vari livelli di apprezzamento, ci sono riferimenti culturali agli USA, al presente, al passato, alla politica, è forse più sottile dei Simpson, probabilmente nemmeno io capisco tutto, in una puntata salta fuori pure un LASERDISC!!.
Gumball e Darwin sono bimbi ma tutto il resto è una città viva e pulsante complessa ed assurda, una scuola ricca e mai banale.
Fatelo apprezzare ai vostri bimbi e lo guarderete assieme con gran piacere.
Contiene una buona dose di violenza fisica.

Adventure Time

Io lo amo, ad Aida piace ma alcune volte ci sono parti brutte o “de paura” e vuole cambiare canale.

Adventure Time

Trama

In un futuro post apocalittico un ragazzino vive con un cane magico e gira il mondo in cerca di avventure. Vivono nel regno di Ohhh, popolato da dolciumi e retto dalla carinissima e intelligentissima principessa Gommarosa.

Considerazioni Personali

Andventure Time è il cartone per crescere, della stessa cricca di Cartoon Network come per Gumball.
Fantasia più sfrenata, avventura, nonsense e ambientazione post apocalittica. Inoltre è la dimostrazione di come un cartone animato disegnato (seppur non più fatto totalmente a mano ma con l’aiuto digitale) anche oggi può funzionare. Adventure Time è la più bella scoperta fatta grazie a questo pasticcio di canali digitali. Dietro c’è lavoro, talento e amore per i racconti, l’animazione e il pubblico di giovani (non giovanissimi) e grandicelli che amano sognare.
Il sogno è lo stesso dei romanzi cavallereschi che cominciano nel medioevo (Ciclo Carolingio, Ciclo Bretone, Tasso, Ariosto cavalieri, eroi forti nell’animo e puri di spirito) e Adventure Time è un’altro passo in quel mondo di imprese ed avventure che sempre e da sempre ci tengono incollati a narratori, libri, schermi, canzoni e tutto ciò attraverso cui si può raccontare una storia.
Il doppiaggio italiano è all’altezza del compito, vederlo sottotitolato forse potrebbe essere ostico.

“Adventure Time chiama i tuoi amici…” non è un caso se in USA è un fenomeno e se è diventato una specie di culto.

Posso farlo guardare?

Dovete farlo guardare

Io sono Franky

Non piace a nessuno.

Io sono franky

Trama

Una ragazzina in realtà è un robot.

Considerazioni Personali

Non l’ho mai guardato se non la pubblicità ed alcuni minuti per sbaglio.
Come tutte le telenovela sud americane (per ragazzi e non) sono da evitare. Scrivo solo che nel delirio di palinsesti precari di Boing questo prodotto è andato a prendere il posto delle puntate di Gumball che usavamo come pre-nanna
Noi: “Una puntata di Gumball poi andiamo a nanna!”
Aida: “Shi!”
Ore 21:45 finiva Gumball e noi ci si preparava per la nanna.
Poi non fu più così e per qualche giorno tutte le nostre certezze andarono in fumo.
La ragazzina che fa Franky è molto carina ma i suoi capelli sembrano sempre unti.

Posso farlo guardare?

Perché dovreste? Vi volete davvero così male?

Doraemon

Ad Aida piace la sigla, anche a me.

Doraemon

Trama

Un ragazzino picchiatello possiede un gatto che possiede una tasca contenente tanti oggetti magici. Durante le puntate questi oggetti vengono utilizzati in modo prevalentemente improprio.

Considerazioni Personali

Doraemon lo conoscete tutti quindi non c’è bisogno di spiegare molto. Su Boing hanno mantenuto la divertente sigla di Cristina D’Avena così da fare tutti contenti, quando parte Aida balla ed è felice.
Peccato che la magia finisca lì. Io ricordavo che Doraemon mi divertiva ma le nuove stagioni sono diventate qualcosa di faticoso, una profonda agonia.
Lo schema delle puntate era :

  1. Nobita si dimostrava inetto in qualcosa (o non voleva fare qualcosa)
  2. Nobita chiedeva aiuto a Doraemon
  3. Doraemon tirava fuori un ciuski (o ciuschi, o chuski, o chusky; se qualcuno conosce la forma giusta me lo scriva)
  4. Super avventura divertente grazie a qualche ciuschi assurdo e parziale risoluzione del problema.
  5. Nobita esagera e non ascolta Doraemon
  6. Nobita e Doraemon rischiano la vita (o comunque a loro accade qualcosa di brutto)
  7. Qualcuno risolve la situazione.
  8. Nobita si pente
  9. Torna tutto come prima e tutti felici e contenti
  10. Sigla (Dora doraiiiiimonnnnn!!  …  io conosco un grosso gatto/sempre allegro e soddisfatto…) [ndr. soddisfatto di cosa? di rischiare di alterare lo spazio/tempo con le sue vaccate che tira fuori dalla tasca?]

Lo schema delle puntate nuove è assolutamente identico ma dei 40 minuti totali 35 minuti sono il punto sei, sottotitolo, “le agonie di Doraemon e Nobita”. Non potete immaginare quanto è diventato faticoso da guardare. Sembra che gli autori abbiano voluto sfogare il loro sadismo da Giapponesi tutto su questi due poveri personaggi (e su quelli secondari che a turno li accompagnano nelle puntate). Una volta stavano, non so per quale motivo, traversando il deserto e ho dovuto spegnere, andare in cucina a bere per la sete che la puntata mi aveva fatto venire.

Posso farlo guardare?

Si se sono puntate vecchie (le riconoscerete per i colori meno brillanti) e no se sono puntate nuove.

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Alvinnn!!! e i Chipmunks

Ad Aida piace, io ho la nausea a causa delle repliche

Alvin

Trama

Un uomo adulto in cerca di occupazione stabile ospita in casa propria un trio di roditori di sesso maschile, in qualche modo mantengono il loro alto tenore di vita grazie a produzioni musicali remunerative. Durante le puntate non avremo mai la sensazione che quel tenore sia veramente collegato a una specie di successo commerciale di tali produzioni. Nella casa accanto vivono 3 roditori di sesso femminile speculari a quelli presenti nella casa dell’adulto. Tutti questi roditori conducono una vita tradizionale tra scuola e famiglia creando scompiglio vario intervallato da canzoni, uno dei roditori in particolare (quello che dà il titolo alla serie) crea più scompiglio degli altri.

Considerazioni Personali

Se non conoscessi la storia grazie alla tradizione decennale delle produzioni su questi roditori non avrei idea del perché ogni tanto, durante le puntate, si cantano e si ballano canzoni senza legame con gli avvenimenti in accadimento. Il piccolo Alvin in questa serie è veramente un piantagrane, sbruffone ed egocentrico; non ricordo se nel cartone anni ’90 fosse anche così. In realtà ho realizzato che di quel cartone ricordo solamente la sigla (Alvin superstar/Alvin rochenroll/[…])
Le puntate viaggiano ad un ritmo forsennato e ci sono momenti di fatica psicologica e di turbamento fuori del normale, a tratti alcune battute sono realmente divertenti. L’animazione non è malaccio, molto strana. Gli umani del cartone continuano a sembrarmi modellati ed animati come i sim del gioco “The Sims” ed infatti pensavo ci fosse lo zampino della Maxis invece il tutto è animato da uno studio francese (OuiDo! Production) che a quanto pare non ha legami con la Maxis, boh.

Posso farlo guardare?

Si ma non troppo, sopratutto per i danni celebrali che di sicuro procura.

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Mia and Me

Ad Aida piace, io me lo sono fatto piacere

Mia and me

Trama

Una ragazzina orfana eredita un libro ed un orologio che sono i portali per un mondo parallelo popolato da fate, unicorni e cattivi disorganizzati. La protagonista, Mia, cerca in ogni puntata di sistemare lo scompiglio nel mondo parallelo.

Considerazioni Personali

Qui ci sono tante buone idee ma anche tante cose buttate lì.
Potrei dire che le premesse (ispirarsi a Klimt, CGI e Live Action, Ambientalismo vario) per un prodotto pretenzioso e noioso ci sono tutte ma in realtà no. Penso ci sia veramente della buona volontà nel lavoro fatto su Mia and Me oltre a del vero coinvolgimento emotivo della produzione. Probabilmente il tutto doveva avere un budget decuplicato, più tempo e puntate per funzionare a dovere.
Plus per la parte in Live Action nel mondo reale è la protagonista: Rosabell Laurenti Sellers (forse l’avete vista patanuta in GOT, ma chi non è stato patanuto in GOT?) che doppia se stessa in italiano anche nella parte in CGI. Parte in CGI che soffre molto nell’animazione di bassa qualità dei personaggi, in alcuni materiali e in alcuni oggetti. Il CGI migliora nella seconda parte della prima stagione e cambia in meglio nella seconda.
Il mondo di Centopia è mutuato dall’estetica Klimtiana e quindi colorato e fantasioso.
La scrittura delle storie sembra a volte un po’ grossolana ma coinvolge e evita troppa violenza quindi adatto e godibile anche per i più piccoli.
È una proposta diversa dal solito. Inizialmente tutta la montagna di difetti mel’avevano fatto odiare, ora sono riuscito a vedere la qualità e l’intrattenimento ben fatto che c’è dietro.

Posso farlo guardare?

Penso proprio di si

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Heidi in CGI

Io non lo sopporto, ad Aida piace molto.

Heidi

A sinistra Heidi anime, a destra in CGI. Si riconosce perché quella in CGI ha la borsetta.

Trama

Una ragazzina orfana di cui nessuno si vuole occupare viene spedita dalla città ad una baita dal nonno in mezzo ai monti svizzeri, poi torna in città e poi di nuovo sui monti. Tutto in 3 dimensioni.

Considerazioni Personali

La CGI (o 3d – computer grafica o come volete chiamarlo) di questo cartone non è pessimissima ma non è il massimo.
Il peggio forse sono i materiali, il mondo e le persone sembrano fatte di plastica, alcuni effetti (tipo la nebbia) sono netti ben oltre il limite del plausibile. In una puntata in cui Heidi si perde nella nebbia la nebbia stessa è così densa che nemmeno tra Roncobilaccio e Barberino del Mugello nei peggiori inverni, a piedi lei non vede a distanza di 20 centimetri e rischia la morte per non aver visto sotto i suoi piedi un burrone.
Quello che non sopporto non è nemmeno comunque la “tecnica” di brutto c’è lo svolgimento, l’azione, come viene resa la storia e LA VOCE PIAGNOSA DI HEIDI!
Si, la sua voce ed il suo tono sono il peggio. È assolutamente inascoltabile ed irritante. Piange in continuo e rende tutto patetico o melenso. Dopo 2 minuti vi ritroverete a tifare per i bimbi cattivi che sono impestati e malvagi e cel’hanno con lei e Peter.
La causa di tutto è la doppiatrice, Monica Volpe e le lancio qui un appello: Monica, firma affinché il lavoro fatto su Heidi sparisca dalla mia tv, sono sicuro che sei molto più brava di quello che è uscito fuori da questa orribile versione di Heidi!
Ovviamente il confronto con il cartone del 1974 non può non essere fatto. Questo Heidi in CGI è una mezza furbata perché se la storia è quelle di un romanzo del 1880 i personaggi sono modellati in 3d sui disegni dell’anime giapponese.
Prima parlavo della “storia brutta” ed uno dei motivi può essere che le stesse cose l’anime lo raccontava in 52 puntate da 40 minuti (2000 minuti totali) questo lo fa in 39 da 20 minuti (800 minuti), capite che c’è qualcosa che non va, tra l’altro sti 800 minuti sembrano eterni, e il ritmo non fa altro che innervosirvi.
[Aida pronuncia bene Heidi perché è simile al suo nome e qualche bambina ogni tanto chiama anche lei Heidi, sottolineo che Aida non ha la voce patetica di Monica Volpe]

Posso farlo guardare?

Si, è adatto ai Bambini, anche se tutto è impregnato di patetismo fastidioso che te lo fa risultare non spontaneo e distante, poi sta Heidi ne combina di continuo ed è un po’ una testa particolare. Probabilmente per i bimbi sopra i 3 anni risulta già fastidioso.

Heidi (Anime del 1974)

Io non l’ho mai sopportato, Aida non l’ha mai visto

Trama

Come sopra solamente che avviene in due dimensioni.

Considerazioni Personali

Qui non ho molto da aggiungere. A me sto cartone ha sempre triturato di noia ma riconosco che il lavoro dei giappi sta anni luce sopra alla copia in 3d Franco/Australo/Belga/Tedesca (si, Heidi in CGI è una collaborazione tra tutti questi paesi). C’è del lavoro serio di storia come solo loro san fare. Ora lo danno ad orari assurdi (tipo tra le 8 e le 9 del mattino, per beccare i grandi di sicuro) e quando accendo per sbaglio e lo vedo non posso pensare ad altro che non sia “Ma che disegni orribili!” Penso questo sempre quando mi capita di vedere cartoni giappi degli anni ’70-’80.

Posso farlo guardare?

Non c’è bisogno di porsi il problema, lo danno in orari assurdi (mi rendo conto che magari tra un mese gli cambieranno al volo l’orario) quindi non ci sarà mai vostro figlio di fianco a voi mentre lo guardate. Potete farlo vedere ai nonni (i vostri genitori) per tenerli buoni quando rompono.

Peppa Pig

Ad Aida piace molto, a me non fa impazzire

Peppa pig

Trama

Una maialina vive con la sua famiglia in cima ad una collina ripidissima, le puntate parlano della sua vita in questa città o paese in cui tutti sono animali e non esistono famiglie senza figli o animali adulti single (a parte la maestra Madame Gazzella).

Considerazioni Personali

Se uno pensa ai cartoni per bimbi dire Peppa Pig e Masha e Orso è come dire di Cristiano Ronaldo e Messi pensando al calcio. Posso dire qualunque vaccata ma intanto hanno vinto, hanno sempre ragione e chi ha scritto e prodotto ha comunque un qualche tipo di talento che ha fatto fruttare benissimo (inoltre i creatori/produttori al momento hanno lo stesso conto in banca di Cristiano Ronaldo o Messi). Peppa Pig è un prodotto di fino, disegnato, rifilato e scritto sempre meglio per vincere a mani basse. È un nuovo paradigma che racconta valori familiari, racconta un paese, una città con uno stile unico, appiccicoso e nuovo. I genitori sono fallaci, i protagonisti si divertono sporcandosi nel fango è qualunque cosa facciano si ride, sorride, canta urla. Un inno superficiale al non essere raffinati ed ad un artificioso stile informale e campagnolo. La ragione del successo è nei colori sparafleshi, è nelle storie idiote tipo i libri di Fabio Volo che ti raccontano banalità ma in quel modo che te le vuoi sentire raccontare.
L’ironia è Inglese ed il ritmo è incalzante ma non soffocante, le storie sono ordinarie e spesso ammiccano anche ai grandi che sono piazzati davanti al tv.
A parte queste considerazione che sembrano intelligenti vi linko il video di Ashton Kutcher che parla di Peppa Pig da Jimmy Fallon.

Ne ho sentito parlare tantissmo, qualcuno odia Peppa Pig e molte famiglie lo amano forse perché alla fine è privo di rischi, ti senti nel giusto a guardarlo che tanto non imparerà nulla di troppo scorretto.
Più che altro il tema centrale di tutto è FAMIGLIA, FAMIGLIA, FAMIGLIA, FAMIGLIA.
La mia opinione rimane che non mi piace molto, odio rivedere 300 volte le stesse puntate ma riconosco il lavoro fatto bene e i miglioramenti ed affinamenti fatti nel tempo.
Per il doppiaggio italiano hanno scelto per Peppa una voce fastidiosa e un po’ antipatica (forse la vera ragione dell’odio di molti) che ad un certo punto cambia, non ho capito in quale stagione e perché.
Una cosa bella che non capita praticamente più era l’alternanza di una puntata in italiano e una in inglese.

Posso farlo guardare?

Tanto lo so che lo farete vedere, piace e non provoca danni, vi avverto che però un abuso vi porterà ad odiarlo.

Masha e Orso

Ad Aida piace, io lo sopporto.

Masha e orso

Trama

Una bimba vive in una casa nella foresta russa, non si sa se viva da sola o meno. Passa le sue giornate principalmente a casa di un orso molto intelligente, il suo creare scompiglio a casa dell’orso sfocia spesso nelle molestie e nella violenza privata.

Considerazioni Personali

Già detto per Peppa Pig, qui hanno vinto a mani basse.
Il caso di Masha e Orso però è più interessante perché è strano che un prodotto russo abbia così tanto successo da noi e per l’Europa. Il successo arriva probabilmente da tutta quella assurda violenza perpetrata su un povero animale che di solito è forte ma in questo caso viene schiavizzato da una piccola bambina vestita di rosa.
L’animazione in CGI non è nemmeno troppo malvagia l’ambiente è bucolico e popolato da animali dalla dubbia morale e dalle inesistenti qualità umane sono tutto ciò che non vorreste incontrare per strada. Il ritmo è frenetico e le gag sono un continuo filo ininterrotto.
Piace ai bimbi perché è colorato e oggettivamente divertente, piace ai grandi perché si identificano ed empatizzano con quest’orso costretto a subire le angherie di una piccola tiranna.
Non sto a faticare per pensare su quanto sia o no educativo, non ho voglia.
Faccio notare tra l’altro un’altra stranezza, cioè che la Rai si è aggiudicata questi due pezzi grossi dell’animazione, mi piacerebbe conoscere chi ha compiuto questa scelta acchiappa ascolti.
Nota sul doppiaggio ed adattamento. I dialoghi sono ridottissimi, pochissimi e adattati da Luigi Tesei. Come consuetudine i doppiatori sono una setta che tramanda il mestiere peggio che i notai le prime stagioni due stagioni sono doppiate da suo figlio Luca Tesei e le altre da sua figlia, Sara Tesei (io preferisco di gran lunga Luca, la differenza si nota molto). Su wikipedia compare anche una Laura Dall’Orco che non ho ancora avuto occasione di sentire.

Posso farlo guardare?

Si, il guaio è che vedrete le stesse puntate anche 20 o 30 volte la settimana.

Mini Cuccioli

Ad Aida piace, io lo detesto.

I mini cuccioli

Trama

Dei cuccioli di animali vivono in un parco giochi e passano lì le loro giornate, su di loro veglia un albero impiccione che è sempre pronto a fare la morale a tutti.

Considerazioni Personali

Spero che quello che sto per scrivere non venga letto da chi ha prodotto il cartone.
Questa specie di cartone male animato è una produzione di pedanteria italiana senza precedenti.
Dovrebbe essere uno spin-off della serie principale dei cuccioli (che grazie a dio non ho mai visto e non so cosa sia). È prodotto dalla Rai e dal “Gruppo Alcuni” e da tutta la famiglia Manfio. Lo so perché lo si legge in ogni puntata e lo so perché volevo sapere da dove poteva uscire tanta boriosaggine.
I personaggi sono macchiette cioè hanno caratteristiche precise e si comporteranno sempre secondo il loro carattere, c’è il cane saggio che sarà sempre saggio, c’è il coniglio dispettoso che fa sempre il furbo ma che alla fine finisce per venire umiliato e dovrà chiedere scusa per le cavolate che avrà fatto, perché oltre ad essere dispettoso è uno sbruffone pauroso. C’è anche un’oca vanitosa e fashion victim.
Il tutto è diretto da questa presenza dell’albero moralista che tutto vede e tutto muove.
La cosa che maggiormente mi infastidisce è questo continuo sottofondo moralizzante questo azioni buone da premiare e azioni cattive da punire così pesante e pedante che è soffocante (e ho fatto la rima) che trasmette comunque valori dubbi se poi alla fine chi ha fatto l’azione cattiva si ravvede solo perché pubblicamente umiliato/sbugiardato e deriso.
Ad un certo punto inoltre dal reparto sceneggiatura devono aver finito le idee perché in molte puntate i cuccioli mettono in scena uno spettacolo inscenando un famoso racconto/fiaba/spettacolo teatrale/racconto popolare della serie “non abbiamo più idee ma la pagnotta dobbiamo portarla a casa, facciamo ancora ste venti puntate poi tutti a casa”
Di tutto questo circo salvo solo i disegni colorati e ben fatti (l’animazione, comunque digitale anche se è tutto disegnato, fa comunque pena) ed i nomi un po’ originali dei cuccioli: Cilindro, Portatile, Senza Nome, Diva (tipo Diva Futura, la casa di produzione del compianto Mr. Schicchi), Pio, Olly.
Bonus: Olly è doppiata da Monica Ward (Lisa Simpson tra gli altri)

Posso farlo guardare?

Lei o lui vorrà guardarlo, voi fate di tutto per evitarlo.

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Curious George

Ad Aida piace molto a me piace a tratti

Courious George

Trama

Un uomo con discrete disponibilità economiche (sul cui lavoro nutro tuttora dubbi) vive con una scimmia e la tratta come un figlio. Questa scimmia passa la vita a creare scompiglio a discapito dell’uomo (dal cappello giallo) in casa, fuori casa e dovunque vada.

Considerazioni Personali

Questo cartone trasuda pedagogia letteraria da tutti i pori. Al volo mi saltano in testa Babar, Richard Scurry ed altra cose belle che la letteratura per l’infanzia ha donato al mondo. Si vede lontano un miglio che le storie filano perché tutto trae origine da un libro ben scritto. Va da se che le storie, seppur per bambini filano, sono godibili a più livelli pur essendo di vera a concreta pedagogia. Insegnare divertendo ed intrattendo si può, non è facile, ma si può. La chiave è il gioco, l’esplorazione. Questa scimmietta ha la possibilità di giocare con il mondo, le sue azioni sono prive di paura per le conseguenze e questo fa di lui una scimmietta libera di giocare nella maniera più impegnata e completa possibile.
L’universo di George (come mi ha fatto notare la mia amata Andrea) è fatto di tanti adulti che si comportano in maniera esemplare e non accusano o mortificano mai (o quasi) George per il suo comportamento fatto di continui incidenti involontari causati dalla sua voglia di imparare. George gioca per crescere e la città lo lascia fare.
I disegni sono colorati e non perfetti, il ritmo è tranquillo e continuo, adatto ai bimbi che vengono catturati dal suo continuo insegnare i numeri, i colori, e tutti i concetti e le azioni che muovono e governano il mondo.
Ovviamente il pensiero molle, “de panza”, che vi verrà in mente vedendo il cartone è “ma che diamine di pasticcione è questo animaletto?”. Soffrirete nel vedere le angherie che l’uomo e i cittadini subiranno in serenità. Sarà difficile tenere il nervoso quando a metà puntata George avrà devastato/rovinato/compromesso una cosa molto molto importante. Vi dovrete consolare con il pensiero che per quanti disastri questa piccola scimmietta potrà compiere tutto tornerà ancora meglio di prima.
Questo è un po’ l’essere genitori: avere un George in casa che gioca con il mondo, sopportare le sue avventure con un gran sorriso e godersi il finale a lieto fine di quando la sera ve lo portate a dormire o riordinate la stanza disordinata all’inverosimile.

Posso farlo guardare?

Dovete, senza alcun senso di colpa.

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Paw Patrol

Ad Aida piaciucchia.

Paw Patrol

Trama

Tutte le funzioni di protezione e difesa della cittadinanza sono svolte da cani nel senso degli animali. Questi cani sono cuccioli.

Considerazioni Personali

Non l’ho guardato molto spesso, quelle poche volte mi ha annoiato. La realizzazione non è malvagia, i colori sono carini. L’idea che dei cuccioli di cane abbiano in mano tutta la sicurezza e la protezione della società mi mette in agitazione. E’ una gallina dalle uova d’oro in termini di Merchandising.

Posso farlo guardare?

Si, e lo vorrà guardare.

Il Trenino Thomas

Cambiamo sempre canale subito all’istante

Il trenino thomas

Trama

La serie risponde alla domanda “come sarebbe il sistema ferroviario se i treni avessero le facce?”. La risposta comunque è sbagliata ed inquietante.

Considerazioni Personali

Si, è basato su qualche libro, si ha successo però che pena. Io sinceramente provo profondo turbamento ogni volta che incrocio lo sguardo plasticoso di quei trenini. Hanno la faccia da anziani senza rughe, come uno che ha esagerato troppo con il lifting ma gliel’han fatto talmente bene che non si vedono segni di operazioni (se non capite cosa intendo scrivere “Carrot Top” su Google). Le canzoni poi sono una tortura, lunghissime e con le parole modi karaoke di sottofondo che Fiorello con la coda non approverebbe. Ho visto solo una volta una puntata intera e mi sono pentito.

Posso farlo guardare?

Io disapprovo totalmente

super_logo

iCarly

Aida non lo guarda, l’ho messo solo perché noi grandi ce lo siamo praticamente guardato tutto.

iCarly

Trama

Un gruppo di ragazzi autoproduce uno show che trasmette online dal tenore comico. Vivono in una casa fantastica e l’unico adulto preposto al controllo in realtà avrebbe bisogno di aiuto psicologico per i suoi evidenti disturbi ossessivo compulsivi e un’altra lista di cose che non so come chiamare.

Considerazioni Personali

Si, è una serie veramente idiota, un’americanata come non mai ma provate a cambiare canale dopo averne seguito alcuni minuti. Mi vergogno un po’ a dirlo ma ho visto volontariamente quasi tutte le puntate in ordine sparso (nel mondo televisivo moderno non esiste quasi più vedere le puntate in ordine cronologico). È una serie tv appiccicosa con comicità semplice e molto spesso efficace. Il creatore è Dan Schneider, produttore di un’altra serie di altre serie comedy per ragazzi. Alcuni prodotti si assomigliano un po’ ma iCarly è un po’ più fuori di testa con momenti di nonsense e di epicità delle piccole cose. Inoltre beccatevi Miranda Cosgrove (già piccola bimba in School of Rock).

Posso farlo guardare?

Guardatela in segreto da soli e non ditelo a nessuno.

Conclusione

La prima parte dell’articolo finisce qui, per l’elevatissimo numero di cartoni che sono presenti in queste tv dovrò fare almeno altre due parti, ci sono molti titoli che meritano la mia analisi: Talkin’Tom, Uncle Granpa, Steven Universe, Sean Vita da Pecora, quella roba rincretinente de La casa di Topolino. Vi aspetto nel prossimo articolo.

Pubblicato in Animazione, Televisione.

9 Commenti

  1. Arale invecchiato male???
    Gumball bello??
    Ma la perla….Heidi 1974 disegnato male???
    No dai, questo no.

    Le verità e’ che sei più giovane di me e quindi già avvezza a cartoni animati di plastica che hanno il loro momento di massimo splendore oggi, in questa epoca generalista in cui i tuoi figli vedono ciò che vedono i figli di tutto il mondo occidentale. Senza varietà, ruffiani, con una ironia scritta a tavolino e forzatamente cattivella (in modo da conquistare anche i genitori) con tecniche di animazione che sono diventate industriali al 200% e lontane anni luce dall’artigianato dei cartoni genuini pre-epoca digitale.

    Noi 40enni da bambini stiamo stati fortunati perché c’era una varieta internazionale pazzesca per quanto riguarda la tv dei ragazzi, con tantissime invenzioni italiane (come i contenitori tipo Bim Bum Bam) e i nostri genitori applicavano la propria educazione ai figli, magari con pregiudizi ma almeno non stilavano una lista di questo genere, non era necessario perché alla peggio spegnevano la tv e ci obbligavano ad uscire a giocare all’aria aperta!
    I bambini di oggi sono protetti a livello ossessivo e alla fine i veri problematici non sono loro, ma i genitori che si improvvisano grandi esperti di pedagogia, senza rendersi conto che oggi, dai produttori di QUESTI programmi usa&getta di plastica per ragazzi, vengono soltanto considerati una fonte di guadagno. Senza donare loro niente di più profondo.
    I bambini di oggi sono considerati dei lobotomizzati, sia dai produttori ma evidentemente anche dai propri genitori.

    Saluti

    • Ciao Jack e grazie per aver letto e aver lasciato un commento.

      Ho un paio di appunti.
      Dalle considerazioni sembra che tu non abbia letto tutto o almeno non capito tutto.
      Ho 32 anni quindi pochi meno di te e con Bim Bum Bam e quei cartoni ci sono cresciuto e mi hannno sempre fatto un po’ cagare (Heidi, Holly e Benji, Mila e Shiro, l’Uomo Tigre [che mi piaceva un pochino perché si menavano]) e tutto il corollario di animazione giapponese faticosa portata in Italia con dei taglia/cuci da macellaio.
      La produzione non era per nulla artigianale ma semplicemente un’industria amanuense con persone sfruttate e un’occhio molto aperto sui costi (sfondi fatti di merda, ripetizioni infinite di disegni ecc…).
      Non confondere Heidi con la produzione dello studio Ghibli, quella è ed era arte.
      Non ha senso dare valore a una cosa solo perché fatta a mano e fare il solito paragone tra passato buono e presente cattivo.
      La mia guida (molto ironica e senza nessuna pretesa) evidenzia una varietà infinita di prodotti e come la varietà sia ancora più internazionale (Russia, Italia, Giappone, USA, Francia e altri paesi) quindi raccogliere tutto assieme è estremamente superficiale, ci sono 8 canali che trasmettono di TUTTO e tutto l’opposto di TUTTO e non esiste cartoni di oggi VS cartoni di ieri (ci sono quelli cattivelli, quelli smielosi, quelli innocenti). Peraltro le invenzioni italiane sono quelle peggiori per come sono scritte e il messaggio che portano, quindi l’autarchia non porta assolutamente a nulla.
      I cartoni animati sono sempre stati prodotti per il guadagno, sono sempre state scritte in case di produzione a tavolino, non si improvvisa la produzione di un cartone animato, non c’è stata un’età dell’oro in cui dei benefattori creavano prodotti per insegnare a vivere così perché gli andava.

      Ci sono prodotti attuali che nel profondo ci vanno molto e molto, che non hanno un messaggio ma strati e anche lì comunque ogni prodotto ha il suo target e alcuni hanno così tanti strati che parlano a una molteplicità di Target.

      Vai un po’ più a fondo delle cose.
      Se il mondo dell’animazione di oggi non ti piace spegni la tv e basta.

      Alessandro

      • Avevo la tentazione di rispondere semplicemente “Ok Boomer” ma mi è venuto in mente solo dopo aver scritto sta pappardella.

  2. Gumball non é adatto ai bambini e viene trasmesso su boing durante le ore in cui i più piccini guardano i cartoni. Come possiamo fare per riportarlo e come è possibile che non ci sia una commissione che regola ciò che viene trasmesso???
    Grazie mille
    Melanai

    • Ogni canale ha il suo target e andrebbe conosciuto e controllato dagli adulti.
      Secondo me non serve una commissione (che comunque esiste per tutto ciò che viene trasmesso in tv) ma basta il telecomando e cambiare canale o spegnere la tv.

  3. I cartoni animati sono da sempre la mia passione. La mia libreria e’ colma di saggi e artbook sull’argomento.
    Credo di approfondire parecchio l’argomento.
    Non ho capito perché Stufio Ghibli si mentre Heidi no, dato che stiamo parlando degli stessi autori.
    Ma io parlo di serie televisive animate e non di cinema, forse la confusione la stai facendo tu.

    Confermo che il background e la filosofia che caratterizzava i cartoni animati pre epoca digitale era soprattutto fondato sulla passione.
    Chiunque lavorasse ad una serie animata, dal character design all’intercalatore ci metteva del suo, della passione. Si veniva da un dopoguerra e l’esperienza conseguente veniva applicata anche nei cartoni animati, con insegnamenti, tocchi artistici, situazioni dinamiche, e tutto era dovuto alla manualità e al genio artistico di chi ci lavorava.

    Mi spiace che non vai oltre al tuo naso di consumatore, ma è evidente ad un occhio solo leggermente più approfondito che il mezzo digitale ed elettronico ha talmente facilitato la produzione di animazione che talvolta non è nemmeno necessario uno staff nutrito per realizzarla, talvolta basta anche una sola persona.
    Il problema e’ che non siamo tutti geni a questo mondo solo perché esiste il computer. E’ una illusione di plastica e rappresenta in pieno l’epoca ipocrita che stiamo vivendo, dove cerchiamo di appiattire tutto con il politically correct e la standardizzazione. Quindi dopo i simpsons via alla saga dei cartoni dissacranti e demenziali, e più sono stilizzati (usandolo come scusa artistica, in realtà sono solo scorciatoie produttive). Tutto viene prodotto in funzione di questi paletti, con poca varietà e soprattutto molta, troppa produzione americana nelle nostre tv.

    Magari ci vorrebbe un po’ più di cultura (tu dici di eliminare aprioristicamente le vecchie produzioni giapponesi, capisci che si tratta di gusti personali?) prima di improvvisarsi esperti educatori.
    Grazie.

    • Allora, sta di fatto che combinazione mi sono armato di un bel saggio sulla storia dell’animazione giapponese (Guido Tavassi – 2012) e non ci sono altro che conferme rispetto a quello che dicevo.
      La produzione di anime giapponesi 70’s-80’s per la televisione era un’industria (peraltro che arrivava 30 anni dopo la guerra quindi eviterei di riferirla al dopoguerra) e giustamente ogni prodotto doveva avere il suo mercato e la sua sostenibilità.
      La sostenibilità arrivava contenendo costi e massimizzando i guadagni, i costi venivano contenuti animando “a metà” o a “un quarto” e affidando solo i disegni chiave ai designer principali e tutto il resto al risparmio (anche all’estero, Corea e Cina dove la manodopera costava meno). L’animazione indipendente era altro, non Heidi, che peraltro era pure una coproduzione giappone-germania; Stessi autori ma appunto studi diversi e diverse qualità Nippon non era e non è Studio Ghibli.
      Gli anime cominciarono ad entrare in Europa anche per il costo basso di acquisizione e per la totale libertà che le emittenti potevano avere sul trattare le serie (il taglia e cuci).
      Non ho mai detto che era tutto da buttare, non ho mai detto che ora è tutto meglio di allora.
      Dico e ribadisco che a me annoiavano tantissimo già dal 1994 in poi, quando cominciavo forse a capire cosa era la tv, (che MI facevano cagare) e lo fanno ancora adesso dopo 27 anni, libero io di trovarli noiosissimi.
      Libero chiunque di guardarseli oggi, la mia sensibilità è così e quella degli altri è diversa fortunatamente.
      Ribadisco Heidi “invecchiato male” proprio perché, visti oggi, quei disegni, sono ancora più difficili da sopportare. Anche allora c’erano coevi con qualità produttiva migliore.
      Ma, comprendo il valore che possa aver avuto, è stato un pezzo di storia coerente ma io qui, su quest blog, in questo articolo, non sono a fare una critica “seria” o a fare la storia ma a elencare scherzosamente cosa la tv propina oggi, tra schifezze, capolavori e nostalgia.

      C’è un pozzo di varietà in ogni angolo, non tutto fa schifo, non tutto è bello.

      Non tutto quello che viene dal passato era meglio.

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